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INDICE
Per tirare fuori il meglio dalle persone e sostenerle nello sviluppo del proprio potenziale è assolutamente necessario sapere ESSERE COACH NELLA PROPRIA VITA, non solamente praticare la professione.
Il Coaching
Oggi in Italia il coaching è una professione conosciuta e diffusa. I coach lavorano in azienda con manager e team per gli obiettivi aziendali, con imprenditori e professionisti per la leadership, con gli atleti per la prestazione. I coach lavorano con persone di ogni genere per allenare le potenzialità, rimuovere ostacoli ed elevare la performance.
Prendo spunto da un interessante articolo (che vi invito a leggere link) pubblicato da Mario Alberto Catarozzo sul sito AICP Associazione Italiana Coach Professionisti, a cui sono associato, per esprimere il mio credo riguardo a cosa significa essere coach e perché io dico “Sono un coach!”.
In questo articolo non riporterò le definizioni che trovi in Google, bensì ti darò il mio pensiero intimo riguardo al mio modo di interpretare questa splendida professione che pratico da 3 anni circa. Ebbene sì, lo ammetto, sono un novello!
La professione di Coach
Purtroppo chiunque oggi può praticare la professione di coach: non è necessario avere una laurea, aver conseguito certificazioni, partecipazione a master, formarsi, passare esami, etc. Non è necessario essere associato o iscritto ad Associazioni di Coaching.
Io sono associato ad ICF – International Coach Federation – e AICP – Associazione Italiana Coach Professionisti.
Qui trovi le mie esperienze formative
Il coaching è una professione intellettuale non regolamentata e quindi priva di ordine professionale. Lo Stato non detta i requisiti minimi per il suo esercizio (Legge 14 gennaio 2013, n.4 – Disposizioni in materia di Professioni non regolamentate). (link)
Nel 2015 è stata pubblicata la Norma Italiana UNI 11601 sul servizio e sulla professione di Coaching (link). La certificazione di conformità viene effettuata da Organismi di Certificazione indipendenti accreditati che verificano che il professionista da certificare raggiunga gli standard previsti dalla Norma UNI.
Io ho già avviato il processo di certificazione del mio servizio e della mia professione, la pratica è in fase documentale.
I c.d. “fuffa coach”
“Fuffa coach” è un simpatico appellativo che da un po’ di tempo gira in rete per identificare coloro che si improvvisano coach, che hanno soluzioni universali, che sparlano della psicologia e promettono risultati strabilianti. Sono dilettanti allo sbaraglio, professionisti improvvisati, tuttologi dalle risposte sempre pronte, ma con poche evidenze.
A loro non interessano valori, emozioni, il risultato del cliente, ma vendere senza necessariamente con-vincere. Purtroppo fanno leva sulla necessità di una “relazione d’aiuto” per conseguire solamente fini personali.
I “fuffa coach” sono quelli a cui non interessa formarsi o il miglioramento continuo, del senso etico non sanno che farsene e svolgono la professione solo per soldi, non per amore.
E’ assolutamente necessario saper distinguere il coaching serio e professionale dalle baggianate.
Essere un Coach
Per essere un vero Mental Coach non basta aver studiato, frequentato corsi, conseguito certificazioni, serve molto di più. Essere coach significa cercare e nutrire il proprio talento, allenarsi duramente, avere disciplina, predisporsi al cambiamento.
” Chi è un coach lo è per sempre, mentre esercita la professione e mentre non la esercita. Diventa una forma mentis, un modo di essere e di percepire il mondo e gli altri. “
(Mario Alberto Catarozzo)
Sono sempre le persone che fanno la differenza!
In qualunque campo lavorativo esiste una profonda differenza tra il ruolo o lavoro svolto e l’essere un professionista. A mio avviso nel coaching a maggior ragione. Per dare un servizio di alto standard e qualitativamente valido, nel coaching è necessario fare propri alcuni principi di carattere etico, comportamentale, valoriale e professionale.
L’essere è quello che sei: dal mio punto di vista l’essere è necessario. L’essere sono le tue qualità, i tuoi schemi di pensiero, il modello del mondo che hai, le tue credenze.
Io sono un Coach!
Per me ESSERE UN COACH significa:
- Essere coerente: faccio quello che dico, se prometto mantengo, se sbaglio ammetto, se non sono convinto non mi smuovo, sono di parola.
- Essere congruente: sono trasparente e mostro il mio vero essere, senza maschere nè travestimenti.
- Essere responsabile: faccio il mio dovere, penso alle conseguenze prima di agire, non invento scuse, rispondo sempre delle mie azioni e soprattutto degli errori, alleno quotidianamente la mia abilità di rispondere. Se il cliente è responsabile delle sue azioni il coach è responsabile del processo e del metodo.
- Fidarsi: mi rapporto agli altri in modo sereno, credo nelle loro risorse e alla buona fede, ho fiducia nelle possibilità di tutti: so ascoltare, essere empatico e aspettare. Ho fiducia anche nelle mie capacità e ciò fa sì che io ispiri fiducia negli altri (è quello che mi dicono tutti).
- Essere partner: non mi metto in cattedra, non mi sento in competizione e ne migliore, mi metto allo stesso piano, mi affianco e supporto il mio cliente. La relazione è paritetica.
- Accogliere, essere disponibile: so essere un punto di riferimento, presente e disponibile, ci sono quando servo. Un coach entra in relazione con il coachee anche a livello empatico ed emotivo, per questo motivo sono indispensabili sensibilità, empatia e rispetto.
- Condurre: io non mi sostituisco, lascio sempre che tu sia responsabile, alleno, motivo, accompagno, ti sfido perché vedo i tuoi talenti.
- Sapere di non sapere: sulla base della “ docta ignorantia ” di Socrate non fornisco risposte pre-confezionate, non insegno, aiuto a ritrovare le risposte dentro di sè. In questo senso non esprimo giudizi, e non valuto. Nello stesso modo in cui, secondo Socrate, ” il maestro impara dall’allievo”, nei miei percorsi di coaching io sono il primo allievo dei miei clienti.
- Migliorarsi continuamente: perché all’interno di un processo continuo di empowerment delle potenzialità e come tendenza inarrestabile alla creazione di valore in sè, per sè e per gli altri. La ruota della vita
Per me il coaching è una vocazione, il ruolo del coach io lo porto dento di me, lo incarno con la mia posizione o il mio sguardo prima ancora di azioni o parole. Questo è un modo di essere fertile, stimolante e generativo, ma anche impegnativo.
Essere coach per me significa affrontare le questioni della vita reale con l’approccio del coaching ed essere pro-attivo. Sono consapevole di decidere dove voglio andare e di essere in grado di andarci.
Essere coach significa anche saper accogliere le emozioni, riconoscerle e gestirle, senza farsi dominare.
Un coach può iniziare un progetto e applicare perfettamente modelli, tecniche e strumenti e aiutarti ad ottenere risultati positivi. Io faccio lo stesso, in più, voglio ispirarti a massimizzare il tuo potenziale anche in virtù di chi sono io come persona.
E’ l’impatto come essere umano autentico che fa la vera differenza!
Buon lavoro e buona vita!
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